Orizzonti possibili per l'edilizia

Gli eventi del primo semestre del 2020 hanno generato delle risposte che possono essere valutate come indicative di un futuro trend in ambito edilizio, almeno in una prospettiva di medio termine.

Scritto il 25/07/2020

Dovendo necessariamente sospendere il giudizio in merito alla pandemia, allo stato attuale è possibile constatare l'inequivocabile peso che i governi nazionali hanno avuto ed hanno tuttora nel gestire l'emergenza sanitaria, quindi conseguentemente sulla vita privata dei cittadini come sulle attività economiche. L'ibernazione dell'economia reale sostenuta dai sussidi statali ha sostanzialmente reso evincibile a tutti come la dicotomia tra stato e libero mercato sia ben lungi dal trovare una soluzione. Le agevolazioni fiscali introdotte nella speranza che rappresentino un volàno per il mercato edile indubbiamente difettano di una chiara visione di quel che concerne le esigenze pratiche delle medie-piccole imprese. L'inevitabile conseguenza delle azioni politiche attuate sarà un generale rallentamento, dal quale potranno uscirne indenni solo le aziende maggiormente strutturate e meno indebitate. Quindi starà all'imprenditore adattarsi alle nuove condizioni, operando scelte orientate verso una maggiore flessibilità, e probabilmente con un occhio di riguardo a proposte che abbiano l'ecologia come comune denominatore. La crisi porterà a un ripensamento del proprio stile di vita, dal momento che una contrazione dei consumi sarà inevitabile, e tutto ciò costituirà senz'altro un freno per chi avrà in progetto di ristrutturare casa. Le ditte edili dovranno quindi adattarsi alle nuove forme di domanda, per offrire servizi idonei e aderenti ai contesti che si verranno a creare. L'elasticità mentale sarà forse l'unica arma con la quale l'imprenditore edile potrà difendersi dalla crisi.

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